AAA - TRIPLEMANIA XXVIII
Recap dello show
INDIES Pubblicato in data 14/12/2020 da Andrea Piccioli
(Ndr: Non si può definire la AAA una indies, anzi sicuramente è una delle due maggiori federazioni di Lucha Libre Messicana, assieme alla rivale CMLL. Il suo rompere gli schemi ed uscire dalle tradizioni messicane, pur strizzandovi l'occhio, è una importante innovazione che la rende,a mio parere, una delle promotion più interessanti da vedere fuori dai confini americani dove, volenti o nolenti, si celebra il wrestling più notorio a livello globale. Averla inserita in questa sezione del nostro sito non vuole sminuirla, è semplicemente una scelta di spazi da utilizzare. Buona lettura!)
La AAA mette in scena il suo show più importante dell'anno, Triplemania XXVIII, posticipandolo di circa quattro mesi rispetto alla data originale e modificando parte della card originale, ma lasciando comunque grandi incontri da vedere e un ottimo spettacolo per gli amanti della Lucha Libre.
Partiamo con l'elefante nella stanza: Kenny Omega. E' palese come questo atleta sia, ad oggi, uno dei più influenti nella scena mondiale, dato che è chiamato a difendere il suo AAA Mega Championship contro Laredo Kid in quello che è stato il pre-Main Event della serata. Sarebbe da notare, inoltre, come Omega sia apparso in tre differenti show di tre differenti federazioni nella stessa settimana. Follia.
Il match è davvero buono, con una eccellente prestazione da parte di entrambi. il Campione AEW mantiene il titolo grazie all'intervento di Michael Nakazawa, che permette l'esecuzione della One Winged Angel dal paletto e lo schienamento vincente. Ottima prestazione di Laredo Kid, non sufficiente per sconfiggere quello che, a tutti gli effetti, è il wrestler del momento.
La collaborazione con la All Elite continua anche nel match con in palio i titoli di coppia AAA, tra i Jinetes del Aire (Myzteziz Jr. e Octagon Jr.) contro i Los Mercenarios (Texano Jr. e Rey Escorpion) ed i campioni Lucha Brothers (Fenix e Pentagon Jr.), che riescono a mantenere i titoli nonostante un probabile infortunio per Pentagon Jr. che lo ha tenuto fuori dalla contesa per diversi minuti, causato da un colpo di mazza da baseball di Escorpion non visto dall'arbitro. La resistenza di Fenix però è sufficiente a permettere il ritorno del compagno e la combinazione Package Piledriver-Double Footstomp utile per il conto di tre.
Match tutto sommato discreto, vera espressione della Lucha Libre praticata da esperti del settore. Sempre divertente da vedere!
Main Event piacevole quanto caotico: Pagano sconfigge Chessman in un Hair vs Hair, tipologia di incontro molto tradizionale nella Lucha messicana. Sia chiaro, però: siamo ben lontani dagli standard di Lucha fatta di grandi voli e manovre spettacolari, mentre ci spingiamo verso un altro grande punto di forza della AAA: l'Hardcore!
Lo scontro diventa rapidamente sanguinoso, grazie anche a manovre davvero rischiose e l'utilizzo di scale ed altri oggetti. Sul finale, che si svolge fuori dal ring, Chessman colpisce con una chitarra il commentatore Hugo Savinovich (già noto in WWE come uno dei due storici telecronisti in lingua spagnola assieme a Carlos Cabrera nei primi anni 2000), reo di averlo offeso durante il commento, e si fa sorprendere da Pagano, che lo porta sopra ad una impalcatura ed esegue la sua Air Raid Crash su di un tavolo posizionato nel retro di un furgone, garantendosi il conto di tre e lo scalpo di Chessman.
Anche se in molti punti è risultato macchinoso, non è stato più o meno di quello che ci si poteva aspettare da questi due atleti, che hanno messo il loro corpo in gioco in alcuni spot ad alto rischio e non si sono risparmiati minimamente.
Nello stesso stile anche il match tra i Los Psycho Circus contro Blue Demon Jr. e La Familia Real, ovvero L.A. Park e El Hijo de L.A. Park: un bel rissone caotico con armi di vario tipo e manovre spettacolari, coronate dall'ottimo Spanish Fly di Psycho Clown su El Hijo del L.A. Park che gli vale il conteggio di tre. Complice della vittoria anche i problemi tra Blue Demon Jr. e gli alleati, che sfocia in una rissa a fine match tra L.A. Park ed il demone blu.
Molto divertente anche il match a tinte Supereroi Marvel tra Aracno (Spider-Man) e Leyenda Americana (Capitan America) contro Tortura Purpura (Thanos) e Venenoide (Venom). L'intervento di Capitan Marvel alla fine del match, vinto dai due cattivi, fra presagire un proseguio della faida e della storyline con i supereroi, sfruttando (fose in colpevole ritardo?) la scia di successo del Marvel Cinematic Universe. Sorge spontanea una domanda: ma avranno i diritti per tutto ciò?
Da segnalare anche l'opener dello show, un classico tre contro tre (altra grande prerogativa messicana) tra Dinastia, Mr. Iguana, e Maximo contro Tito Santana, Carta Brava Jr. e Mocho Cota Jr., vinto dai "rudos" grazie alla Frog Splash di Mocho Cota Jr. su Mr.Iguana. Incontro godibilissimo, perfetto come opener per alzare subito l'interesse degli spettatori.
Lo stesso non si può dire, a mio parere, della Battle Royale femminile per la Copa Triplemania, vinta da Lady Shani, ma con un match lungo e a tratti noioso, senza particolari colpi di luce. Tranquillamente evitabile.
In complessivo, una edizione di Triplemania godibile che rispecchia molti dei canoni tradizionali del wrestling messicano, il quale risulta molto lontano dagli standard americani a cui siamo abituati. Risulta palese come l'intervento della AEW serva proprio a rendere più appetibile al mercato internazionale un prodotto che, altrimenti, sarebbe ad esclusivo interesse messicano. Per chi non fosse avvezzo a guardare la AAA o, in generale, la Lucha Libre, consiglio di sedersi, stapparsi una birra, incorciare i piedi e godersi lo spettacolo: forse non sarà lo show di wrestling più bello di sempre, ma di sicuro vi farà passare un po' di tempo intrattenendovi.
Chiudo con il doveroso omaggio a La Parka II, wrestler tragicamente scomparso ad inizio anno a seguito delle conseguenze di un terribile infortunio subito ad Ottobre 2019 durante un incontro di wrestling. in questo show la AAA lo ha introdotto nella Hall of Fame della propria federazione, come giusto tributo per la lunghissima carriera che il wrestler mascherato ha combattuto nella promotion.