AEW DYNAMITE: La logica, questa sconosciuta
Analisi DYNAMITE.
AEW Pubblicato in data 12/12/2020 da Roberto Rotonda
Nuovo appuntamento con la All Elite Wrestling. Andiamo a vedere cosa è successo questa settimana a DYNAMITE. Winter Is Coming ci ha lasciato un nuovo World Champion, Kenny Omega, e ha visto l’arrivo a sorpresa di Sting. Una base di tutto rispetto da cui ripartire.
Ad aprire la puntata è l’incontro tra Young Bucks e The Hybrid2. Bello è stato bello, però il copione è sempre il solito. I Bucks soffrono e alla fine portano a casa la vittoria. Se dal lottato ne usciamo soddisfatti, per me dalla psicologia narrativa del loro regno sta mancando qualcosa. Paradossalmente, e sono controtendenza rispetto a buona parte dei fan, il regno Omega-Page è stato molto più coinvolgente e credibile. Non sono uno che dice “I Bucks? Visto un match, visti tutti” perché ovviamente trovo troppo minimale e anche offensivo un discorso del genere e sono un loro fan da ben prima che la AEW nascesse. Però magari se puntassero meno a zompare qua e là, costruendo una storyline degna di nota, che desse risalto a un tag team da opporre a loro, invece di far perdere qualsiasi coppia di novizi o di team che in AEW hanno fatto niente, sarebbe meglio. Ne gioverebbero tutti, e poi per gli spot belli ed esagerati e le mosse spettacolari ce li conserviamo per i grandi eventi.
Mi auguro in futuro si arrivi a un ragionamento simile, che abbia più logica settimanale. Invece che passare da Private Party a Top Flight a Acclaimed senza alla fine aver elevato nessuno, ma solo averli fatti esibire in spot fest sì belli, ma che non consolidano una cippa.
Confusionale e confuso il segmento dell’intervista a Sting. Onestamente abbastanza mal gestito, mi spiego. Sting debutta a Winter Is Coming nel silenzio totale, non dice parola. Incrocia gli sguardi di tutti e se ne va. Certo la AEW stessa aveva pubblicizzato questo segmento come “Tony Schiavone speaks with Sting”, ma allora Cody sul ring che ci fa? Perché lo Stinger abbraccia Schiavone? Capisco il passato in WCW, ma davvero bisognava portarlo on screen rompendo l’aurea misteriosa con cui comunque aveva debuttato una settimana fa, mantenendo grosso modo fede al tratto caratteristico del suo character?
È interessato a Darby Allin. E allora perché non fare un classico dello Stinger. Arriva, non dice nulla, non risponde ad alcuna domanda, prende la mazza da baseball dal giaccone e la punta verso Allin. Mi sarei gasato molto di più. Voglio vedere Sting parlare il meno possibile. O se proprio deve parlare, che riporti a tratti la gimmick del Joker Sting. Ma così, pittato da Crow Sting, che però si atteggia a Surfer Sting, non mi convince. Che sia stato solo un incidente di percorso.
Gli FTR sconfiggono i Varsity Blondes dopo un buon match. Che però è più un build up atto a imbastire la prossima rivalità degli ex AEW Tag Team Champions. Quella presumibilmente contro la Jurassic Express, con la quale a fine incontro avranno qualche screzio. Ci sta come feud.
Riempitivo discreto tra Dustin Rhodes e 10 del Dark Order. Rhodes vince senza troppe difficoltà. Alla fine Evil Uno gli chiede di unirsi a loro, ma per tutta risposta riceve uno spintone. Uno chiede agli altri membri di non intervenire e chiude la cosa dicendo che prima o poi Dustin vedrà la luce e implorerà di essere parte del gruppo.
Che prima del match aveva ottenuto il sì di Hangman Adam Page, settimana prossima si unirà a John Silver e Alex Reynolds per affrontare Matt Hardy e i Private Party. Page però è stato chiaro, si tratterà di un one night only, perché non ha intenzione di entrare nell’ordine oscuro.
Situazioni che boh, già viste, già narrate. Magari al posto di Page e Dustin Rhodes potevano usare qualche altro.
Il segmento di Shaquille O’Neal lo ho apprezzato. Seduto difronte a Brandi Rhodes, prima dice di non avere problemi con lei e di aver scherzato con Cody su twitter, non voleva mancargli di rispetto. Poi sul finale, la frecciatina a Brandi. Che incacchiata gli versa dell’acqua addosso. Impagabile l’espressione di Shaq, che dà saggio di tutta la sua natura intrattenitrice facendo poco ma facendolo alla grande.
Però no, non voglio vedere Cody vs Shaq onestamente. Ma se viene utilizzato come spalla di Jade Cargill in questo feud, ci sta benissimo. E no, non voglio vederlo neanche in un eventuale mixed tag team match. Non credo ce ne sia bisogno. Più tardi durante la puntata, Brandi verrà attaccata nel backstage proprio da Cargill assieme a Nyla Rose per essere salvata da Serena Deeb e Big Swole.
La Inner Circle resta unita perché Sammy Guevara accetta di dare un’ultima possibilità a MJF. Se però dovesse succedere qualcosa, lui lascerà la stable. Sembra essere tornato il sereno sul team capitanato da Jericho, ma fino a quanto durerà?
Buono il match tra Lance Archer in team con i Lucha Bros che affrontano Eddie Kingston con The Butcher and Blade. Il match perde Penta El Zero Miedo che deve far ritorno nel backstage dopo aver subito un brutto colpo sul tavolo. Ma resta comunque bello e intenso, col vantaggio numerico, la vittoria di Kingston e soci va via via materializzandosi fino a concretizzarsi quando Butcher and Blade eseguono la loro finisher e Blade schiena Fenix. Archer poi fa piazza pulita. Situazione ben lungi dall’essere alla fine.
Abadon contro Tesha Price è un’esibizione per la prima. Che vince facilmente, per poi continuare ad attaccare la rivale. Salvata dall’arrivo di Hikaru Shida. La AEW Women’s World Champion stavolta non è intimorita e colpisce Abadon in testa con la mazza da kendo. Però la nostra ruberà una pagina dal manuale dell’Undertaker rialzandosi in men che non si dica. Facendo venire i brividi lungo la schiena alla nipponica. Sicuramente qualcosa di nuovo nella scena femminile, che personalmente mi piace.
Don Callis (in grande spolvero al microfono) e Kenny Omega portano avanti egregiamente le loro questioni. L’AEW World Champion alla fine della fiera ci comunica che questo è solo l’inizio.
Del Main Event quasi quasi non parlerei. Non ha avuto senso quest’anno la faccenda del Dynamite Diamond Ring. La finale tra Orange Cassidy e MJF a mio avviso rappresenta uno dei punti più bassi nella storia della giovane promotion. MJF vince anche grazie all’aiuto di Miro e Kip Sabian. Ma il punto non è questo. Piuttosto è che dopo un anno, vai in pratica a non cambiare nulla. Facendo restare l’anello al dito di Friedman, e può anche starci in quanto heel che vince scorrettamente. Ma non dai alcuna possibilità di sviluppo e/o costruisci qualcosa di diverso. Specie quando hai Shawn Spears, Joey Janela, Scorpio Sky, Matt Sydal e altri a fare quasi la muffa. Peccato, perché a un anno di distanza penso si poteva gestire molto meglio la storia del Dynamite Diamond Ring.
Una puntata che non mi ha entusiasmato e che ho trovato a tratti sconclusionata. L’augurio è di crescere e migliorarsi, sempre.
Anche per oggi è tutto. Alla prossima.